Quest’anno a dare il messaggio alla Città in occasione della Festa di San Sisto è il parroco della cattedrale di Alife, dal momento che dopo più di 450 anni, per far fronte ad una difficile situazione pastorale, lo stesso vescovo della diocesi è tornato in Alife per farsi direttamente carico della vita e del cammino della comunità cristiana.
Questa scelta, anche se decisa “con timore e tremore”, è stata per me un grande dono del Signore, permettendomi di vivere un anno spiritualmente intenso, nel quale ho potuto scoprire tante qualità della gente alifana e sperimentare una paternità concreta verso persone ricche di simpatia, di cortesia e di umanità vera, oltre che di una forte, anche se non sempre palese, attesa del Signore.
È stato un anno bello, nel quale non hanno contato i ruoli e i titoli ed è prevalsa la logica del presente su quella del condizionale. Un anno nel quale la Alife credente ha dato il meglio di sé, riscoprendo la gioia di costruire il NOI, che a differenza dell’individualismo imperante nella cultura contemporanea, costituisce vera esperienza di umanità.
Un grazie a tutti voi, che mi avete fatto sentire veramente a casa! In questi mesi l’impegno ad essere NOI, come lo sono il Padre, il Figlio e lo Spirito, ci ha dato l’entusiasmo di metterci a servizio gli uni degli altri e di osare negli obiettivi che ci siamo posti, parlandoci, dialogando, confrontandoci… Il Signore ci ha aiutato e ci ha fatto vivere un anno che penso lascerà tracce belle nella vita di ciascuno.
Man mano che passavano i mesi abbiamo sperimentato che con noi camminava il Signore Gesù e ci donava segni bellissimi della sua presenza. Tali infatti sono stati la ripresa di tante devozioni tradizionali che collegandoci con la fede antica di tante persone sante di questa Terra, ci hanno fatto sentire una famiglia grata per quanto ha ricevuto; le tante celebrazioni del Sacramento della Riconciliazione; la condivisione di momenti di festa e di dolore vissuti nella nostra Chiesa Cattedrale, dove la preghiera e la vicinanza tra noi ci hanno fatto sentire meno soli e più attenti a chi è nel bisogno; le solennità di Natale e di Pasqua cui ci siamo preparati con cura; il riaffacciarsi nella nostra Comunità di un significativo gruppo di Giovani, dopo la riapertura dei locali di Santa Caterina; l’esperienza del GREST, curato con grande impegno dall’Azione cattolica, il collegamento con le iniziative della Diocesi – in particolare il percorso del Sinodo dei Giovani – che ci ha fatto sentire parte di una famiglia più grande.
Particolari momenti di fede e di amicizia li abbiamo vissuto con i bambini e le famiglie: i percorsi in preparazione ai Sacramenti della Iniziazione cristiana sono stati vere esperienze di comunità che hanno coinvolto genitori e figli.
E che dire della gioia di trovarsi nelle nuove aule di catechismo, ribattezzate “Casa Missione”, di cui i nostri bambini, si sono subito appropriati, scegliendo di dedicarle a un santo?… O della preparazione in famiglia del Battesimo da pare delle coppie di catechisti, o dei ritiri e della gioia di ritrovarci ogni domenica a Messa, dove i nostri canti e il prenderci per mano durante il Padre Nostro ci faceva sperimentare la gioia concreta di essere fratelli, come ci insegna Gesù?
Doni particolari alla nostra Comunità, sono stati don Alfonso De Balsi, don Marcello Gallo, don Alessandro Occhibove, il seminarista Michele Zullo – che hanno dato una singolare testimonianza di comunione e di servizio -, i catechisti, il Consiglio pastorale e molti laici che si sono fatti carico dei tanti problemi: dall’amministrazione, alla cura dei poveri, al canto liturgico, al miglioramento delle strutture, all’organizzazione dei vari momenti comunitari…
Nell’ultima parte di quest’anno il Signore ci ha fatto sperimentare cose veramente straordinarie: la peregrinatio mariana, il grande evento della Missione popolare, il mio Cinquantesimo di Sacerdozio e la consacrazione del nuovo altare della Cattedrale, l’ordinazione presbiterale di don Paolo e don Alessandro, due giovani promettenti della nostra comunità. Non potevamo aspettarci di più…
In particolare la Missione popolare ha costituito una forte mobilitazione di persone, di energie e di cuori che ci ha coinvolti tutti e stimolati ad una fede più viva ed a rapporti più autentici e appassionati, facendoci superare quell’indifferenza che come un tarlo mina la bellezza del vivere. In quella occasione, è stato un grande segno di speranza il coinvolgimento dei giovani, molti dei quali durante la missione hanno sperimentato la bellezza di essere persone con gli altri, di servire e di guardare in alto a quel Vangelo che è la grande risorsa che Dio dona all’uomo perché la sua vita sia veramente bella.
E in tutto questo, caro san Sisto, noi eravamo sicuri che tu eri vicino a noi e sorridevi in silenzio dal tuo altare in Cattedrale e soprattutto dal Paradiso, sostenendoci con la tua preghiera…
Cari amici, quello che il Signore ci ha donato quest’anno, ci ha fatto capire le tante potenzialità di questa comunità e ci invita a non arrenderci, a non ammalarci di nostalgie e di condizionali, ma a convincerci che nella nostra città il meglio è possibile, in tutti gli ambiti se, rinunciando al nostro individualismo, come san Sisto, ci impegniamo a prenderci cura di Alife e di tutti i nostri concittadini, soprattutto i poveri e i malati che sono presenza viva dei Signore, nella certezza che come ci insegna il Vangelo, costruisce un futuro felice anche per sé chi si appassiona alla costruzione del futuro di tutti.
Rivolgo un augurio particolare al Sindaco ed alla nuova amministrazione comunale, incoraggiandoli a mettere sempre il bene comune in cima alle loro preoccupazioni e a non rinunciare mai al dialogo, nella convinzione che costruisce il bene della Città chi investito della responsabilità più alta è capace di confrontarsi con tutti, apprezzando gli sforzi e le intenzioni di quanti, ieri come oggi, vogliono il bene della Città, nella consapevolezza che il mondo non comincia mai con noi.
Ci affidiamo a San Sisto, un pastore e un cristiano che è nostro modello di umanità, sicuri che come per il passato egli costituisce la marcia in più della nostra Città: ci aiuti a volerci bene ed a voler bene ad Alife e soprattutto a scoprire quello che ci unisce, prima di quello che ci divide, come pure a recuperare quei valori che egli rappresenta per la nostra Comunità: la fede, l’onestà, la trasparenza, il rispetto reciproco, la passione per la vita degli altri, la lealtà, l’entusiasmo del bene, che sono presupposti veri del nostro buon vivere e la vera garanzia del nostro futuro.