Annamaria Gregorio* – “Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare” … recitava l’incipit della poesia dannunziana “I pastori”, in cui il poeta ricordava la transumanza “in terra d’Abruzzi” verso il mare Adriatico, evocando, tra le righe, immagini di una natura incontaminata e rispettata.
Natura – creato – ambiente: termini spesso inflazionati. Il creato va dal nulla alla vita, come opera della creazione di Dio; la natura ne è parte, come sistema totale degli esseri viventi, animali e vegetali, e delle cose inanimate; l’ambiente è il luogo più o meno circoscritto in cui si svolge la vita dell’uomo, degli animali, delle piante, patrimonio da conservare, proteggendolo dalla distruzione, dalla degradazione, dall’inquinamento. Treccani ci aiuta nella definizione, ma la Genesi fa di più: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse (Gn 2,15).
Ecco perché dal 2013 la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) ha deciso, per questa giornata, di trasformare il termine da salvaguardia a custodia del creato, perché nel secondo stanno l’affidamento e la cura rivolti all’umanità intera.
La giornata, o anche il mese, per la custodia del creato è, quindi, un’iniziativa istituita dalla Conferenza dei Vescovi, dal 1º settembre 2006, in sintonia con le altre comunità ecclesiali europee, frutto dell’impegno della Commissione per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo. Va recepita ed attuata in ogni diocesi, secondo proprie modalità.
La campagna social della Diocesi di Alife-Caiazzo
Alife-Caiazzo nell’Alto Casertano, con 65.000 abitanti, suddivisi in 44 parrocchie, si incastona nello splendido paesaggio del Parco Regionale del Matese, ricco di tante risorse naturali ed artistiche, che la rendono ancora un’isola ridente della bella “Campania felix”.
I 24 comuni che la compongono non sono vicini tra loro, ma sparsi in un’area complessa, tra pianura, zone montane e collinari di ben 580 kmq.
Ed è proprio in questo divario, che vanno ricercate bellezze e potenzialità. Attraversando le verdi campagne, assolate d’estate e a volte innevate d’inverno, ci si può immergere in angoli naturali ancora incontaminati, un vero refrigerio per chi viene dalla città; ed in un tale ambiente è facile farsi coinvolgere dagli stimoli, che ci vengono ancora dalla Laudato sì, enciclica sociale di Papa Francesco del 2015.
«Laudato si’, mi’ Signore» cantava san Francesco d’Assisi nel 1224.
«Laudato si’» ripete papa Francesco che, riecheggiando il cantico delle creature, ci ricorda “che la nostra casa comune è come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia (LS 1)… Questa sorella terra protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi.(LS 2)
Invitandoci ad una maggiore educazione verso il creato, ad un’ecologia integrale e ad una spiritualità ecologica, il Papa ribadisce: “Molte cose devono riorientare la propria rotta, ma prima di tutto è l’umanità che ha bisogno di cambiare. Manca la coscienza di un’origine comune, di una mutua appartenenza e di un futuro condiviso da tutti. Questa consapevolezza di base permetterebbe lo sviluppo di nuove convinzioni, nuovi atteggiamenti e stili di vita. Emerge così una grande sfida culturale, spirituale e educativa che implicherà lunghi processi di rigenerazione.(LS 202) … Un cambiamento negli stili di vita potrebbe arrivare ad esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale (LS 206).
Se enciclica, dal termine greco enkýklos, significa “in giro”, “in circolo”, ne va da sé che debba essere divulgata…
Lanciamo, dunque, per questo mese di settembre, la Campagna Social LaudatoSI!, dove quel SI diventa l’avverbio affermativo, abbreviazione della locuzione latina “sic est”, come segno di consenso e di sostegno all’invito accorato di Papa Francesco.
L’iniziativa è online
L’Ufficio Comunicazioni sociali, tramite il giornale diocesano Clarus, in collaborazione con l’Ufficio Problemi sociali e il lavoro, Giustizia, Pace e Custodia del Creato diffonderà periodicamente immagini del territorio diocesano associandole alle parole dell’Enciclica del Papa: le pagine facebook dei due uffici e quella della Diocesi saranno la pista di lancio di un messaggio che vuole interrogare e provocare sulla “cura della casa comune” gli abitanti del Matese e dell’Alto Casertano.
SI…vogliamo un mondo più pulito!
*Ufficio per i Problemi sociali e il lavoro, Giustizia, Pace e Custodia del creato
Fonte Clarus