Dopo più di due mesi i sacerdoti della Diocesi di Alife-Caiazzo sono tornati ad incontrarsi in occasione del ritiro spirituale del Clero, questa volta ad Alife, in Cattedrale. Con loro il vescovo Amministratore apostolico, Mons. Orazio Francesco Piazza che ha voluto questo ritorno in famiglia, come momento di rigenerazione, di nuova energia acquisita e condivisa nella preghiera: una piccola che si ricompone dopo le prolungate distanze imposte dalle misure di Governo a tutela della salute pubblica per epidemia da Coronavirus.
Tutto è avvenuto nel rispetto delle regole: distanti ma uniti; distanti senza neppure stringersi la mano, seduti tra i banchi della Cattedrale di Alife a larghi metri l’uno dall’altro, ma uniti dal desiderio comune di ripartire, davanti al Signore…
È iniziata con l’adorazione eucaristica e una riflessione del Pastore la giornata dei sacerdoti: un momento di revisione e di rilancio, un momento per fare il punto sulla dimensione spirituale di ciascuno, e sulle prospettive che attendono la vita di ogni prete fatta per essere relazione, condivisione, ascolto, accoglienza, interazione, servizio.
Già nei suoi recenti videomessaggi, Mons. Piazza ha cheisto una lettura sapienziale della vita, della realtà, secondo una visione che superi lo scoglio-limite imposto dall’isolamento quotidiano per leggere alla luce della fede pasquale il “tempo nuovo” nella considerazione dell’altro come “presenza” e dono (guarda il video).
Stamattina ha chiesto un passo oltre: cercare l’essenziale, spingersi verso ciò che conta, incoraggiare, rasserenare le persone che lentamente ritorneranno a messa in cerca di Dio ma anche di sicurezza per la propria salute (i primi rientri nelle chiese fanno contare pochissime presenze, segno di una ancora mancata serenità).
Mons. Piazza ha ringraziato i sacerdoti per l’impegno profuso in queste settimane, per la vicinanza alla gente attraverso la carità e per la modalità virtuale ma costante con cui hanno “trasmesso” la parola di Dio e ogni messaggio di speranza.
Tra serenità e dubbio, tra consolazione e desolazione, far prevalere l’unico spirito, quello della prossimità verso i fratelli: questo ha chiesto il Pastore.
“È tempo di assumere uno stile: umiltà, mansuetudine e pazienza” sono le parole che ha suggerito ai sacerdoti a partire dall’impegno che li attende in questa nuova fase; è lo stile necessario a riconnettere il tessuto pastorale delle piccole e grandi parrocchie e a far sentire le persone nuovamente a casa, nuovamente accolte…
“Essere strumenti nelle mani del Signore”: richiamando le parole di San Francesco di Assisi, il Pastore ha chiesto nella preghiera, per i preti di Alife-Caiazzo, il dono del discernimento per non venir meno all’impegno in questa fase che coniuga responsabilità e dedizione.
A questa fondamentale e primaria premessa, vissuta davanti al Ss. Sacramento, ha fatto seguito il confronto tra il Vescovo e il clero sulle disposizioni e sulle norme per la gestione della vita parrocchiale in questa “fase due”.
Sul fondamento di fede e di propositività si fonda la vita quotidiana…, sulla speranza vissuta e annunciata si muovono le scelte consapevoli e condivise di ogni parrocchia. E allora come organizzare le Messe riportando la massima attenzione sulla celebrazione dell’Eucarestia, come vivere le mancate feste patronali, come interagire con i giovani in vista di un’estate senza campi e senza grest ma con alternative da valutare e ben pianificare; come vivere la liturgia delle Esequie, come ripensare i sacramenti…sono stati tutti gli argomenti all’attenzione del Clero e del Vescovo Mons. Piazza.
Una mattinata che rappresenta una prima marcia, un passo avanti fiducioso, verso un tempo da abitare senza paure.
Fonte Clarus