Il vescovo Valentino Di Cerbo ha deciso di assumere ad interim l’incarico di parroco della Cattedrale di Alife.
Mons. Di Cerbo, durante la messa vespertina ha comunicato che sarà lui, fino al prossimo anno, a guidare la comunità di Alife, coadiuvato dai sacerdoti don Eusebio Swiderek (anche amministratore parrocchiale di San Michele in Alife), don Alfonso De Balsi (da tempo presente in città come rettore di Santa Caterina), dai francescani della comunità di Santa Maria Occorrevole e dal seminarista Alessandro Occhibove giunto al termine degli studi teologici, prossimo all’ordinazione diaconale al quale sarà affidata la cura dei giovani.
Non verranno meno gli impegni “da Vescovo” ha spiegato il Pastore chiarendo di assumere un impegno in più rispetto a quelli portati avanti fino ad ora “con la speranza di continuare a costruire sul solco di una tradizione che nella comunità di Alife ha sempre trovato terreno fertile per la generosità e la disponibilità delle persone…e dei collaboratori parrocchiali”.
Sguardo alla fede centenaria degli alifani, radicata nella fiducia in Dio già da quando San Sisto volle benedire questa terra con la sua presenza e ne guarì le ferite della peste.
Un “ingresso” in città privo di ogni circostanza formale, come di solito si deve all’arrivo di un nuovo sacerdote, ma legato alla necessaria “normalità” che il Vescovo intende imprimere al vissuto quotidiano della parrocchia, così come in più occasioni e in diversi luoghi della Diocesi Mons. Di Cerbo ama predicare.
Un “ritorno” ad Alife che smentisce la Storia, le conferisce una piega diversa rispetto a quella data del 1561 quando Mons. Giacomo Gilberto De Nogueras (1561-1566) trasferiva l’episcopato alifano nel vicino borgo di Piedimonte senza farvi più ritorno perchè la nobiltà cittadina manifestava segno di pericolosa ostilità e lotte tra fazioni interne poco rassicuranti.
È un ritorno alle origini, quello del Vescovo di Alife-Caiazzo, al luogo simbolo della sua missione episcopale, luogo di sintesi per la figura di ogni Pastore che si è succeduto in questa terra. Un luogo che è casa, famiglia, punto di arrivo e partenza di ogni Vescovo così come più volte da questa chiesa Cattedrale ha amato sottolineare (e ci piace ricordarlo) Mons. Domenico La Cerra, per diversi anni parroco di Santa Maria Assunta.
In questa prospettiva Mons. Di Cerbo ha precisato che in questo luogo, i sacerdoti della Diocesi dovranno sentirsi a casa, essere famiglia, trovare un luogo accogliente. Al gruppo di sacerdoti che lo sosterranno in questo anno che corrisponde al giubileo della sua ordinazione sacerdotale e in prossimità di due nuove ordinazioni presbiterali di seminaristi alifani ha chiesto di restare uniti e pregare “perchè la gente impara a pregare vedendo un sacerdote in preghiera, in ascolto e in dialogo con il Maestro”.
Mons. Di Cerbo continuerà a risiedere in Episcopio a Piedimonte Matese, ma di fatto la sua presenza ad Alife si farà più fitta e costante e non esclude pertanto di soggiornare ad Alife per alcuni giorni della settimana: incontri con le famiglie, formazione alle catechiste, incontri con il Consiglio pastorale e Consiglio per gli Affari economici, visite alle case sono di fatto impegni che lo richiameranno in città per diverse ore del giorno.
“Da questo momento – le parole del Vescovo – la mia missione si carica di un nuovo atto di premura e responsabilità per questa città. Vengo per farmi compagno di viaggio e condividere con questa famiglia ciò che ogni sacerdote sogna sempre: essere tra la gente, con la gente e condividere con essa le vicende di ogni giorno con semplicità, con povertà…senza smettere di imparare dalla saggezza dei più anziani e dall’entusiasmo dei più giovani”.
La guida della parrocchia più importante della Diocesi, nelle mani del Vescovo, ribadisce anche un principio di unità che nella Chiesa, così come si riconosce, spetta alla persona del Pastore inviato da Cristo in mezzo agli uomini.
“Lavoreremo insieme, avremo tutti da imparare qualcosa da ognuno” ha ribadito Di Cerbo.
Tra i primi impegni la convocazione del Consiglio pastorale parrocchiale per la programmazione delle attività e quella del Consiglio affari economici a cui il Pastore intende affidare la totale amministrazione dei beni della Parrocchia: “La mia missione è quella di stare tra la gente; ai laici lascio la responsabilità, con l’obbligo della trasparenza nell’amministrazione dei beni parrocchiali”. Decisione quest’ultima che richiama una delle volontà manifestate dalle recenti assemblee sinodali composte da laici e sacerdoti.
Ha affidato la comunità alla Vergine Assunta, la cui immagine luminosa e accogliente saluta chiunque entri in Cattedrale: “sarà lei ad accompagnarci, a tenerci uniti…”.
(Fonte: Ufficio Comunicazioni Sociali – Clarus)