Alife ha il suo nuovo parroco. Don Pasquale Rubino, succede alla guida di Santa Maria Assunta-Cattedrale direttamente al Vescovo Valentino che per 15 mesi ha guidato la comunità nel ruolo di parroco.
Domenica sera numerosi alifani hanno preso parte alla celebrazione in cui Mons. Di Cerbo ha consegnato a don Pasquale Rubino “i segni” che lo fanno parroco di questa comunità.
A condividere la festa anche le comunità di Alvignano da cui si è congedato da due settimane e quella di Piedimonte Matese, in particolare la parrocchia di Ave Gratia Plena di dove è originario il sacerdote.
Tutto parte da dove ogni cosa è cominciata: con queste parole il Consiglio pastorale ha salutato il nuovo parroco ricordando l’ordinazione presbiterale di don Pasqualino avvenuta nel 1990 nella chiesa Cattedrale, e lì dove da giovane prete ha mosso i primi passi nel lavoro pastorale, in particolare nella formazione dei giovani.
Una celebrazione doppiamente commossa; un momento di bella Chiesa in cui più di tutto è prevalsa la gratitudine: al Vescovo, per il tempo dedicato a piene mani alla comunità alifana nei mesi trascorsi: “grazie per averla fatta sentire figlia amata”; e per il dono di don Pasqualino; e gratitudine allo stesso don Pasquale “per aver assecondato il vento dello Spirito”.
La celebrazione si è aperta con la lettura della nomina da parte del cancelliere Mons. Alfonso Caso e poi i saluti della Parrocchia. Tre richieste fatte da Daniele Martino a nome dei gruppi e delle realtà parrocchiali: essere “parroco discepolo, pastore e profeta, così come Papa Francesco vuole che siano tutti i sacerdoti.
Un discepolo, cioè un parroco che non è da solo, ma insieme a noi cammina sulla strada dietro a Gesù (…)”.
Un pastore perché “tu possa sempre conoscere tutti noi; stare davanti a noi per indicarci la strada; stare in mezzo a noi per affiancarci e darci le indicazioni opportune sul cammino; stare umilmente dietro a noi, per aiutare chi rimane indietro e prendere per mano chi cade”.
Un profeta, “cioè l’annunciatore della volontà di Dio, dovrai dirci cose scomode per noi, per le nostre volontà, per le nostre abitudini, per le nostre pigrizie ma allo stesso tempo le cose che ci dirai indicheranno la volontà di Dio, il mistero del Regno, la strada della salvezza” (scarica il testo integrale con il saluto del Consiglio pastorale parrocchiale).
Continui richiami al sacerdote don Pasqualino, alla sua testimonianza di uomo di preghiera, di ascolto anche da parte del Consiglio pastorale di Ss. Pietro e Paolo di Alvignano. A parlare a nome di tutti, Franco Biondillo leggendo nel passaggio di don Pasquale da una comunità all’altra lo scambio di un dono che pur avendo arricchito gli alvignanesi, ora in risposta al progetto di Dio, è chiamato ad essere per un’altra comunità.
Portare la primavera del Vangelo; i fiori che dicono vita, rinascita, nuove possibilità: è stato l’invito del Vescovo al suo sacerdote a partire dal Vangelo di questa giornata (XXXIII del tempo ordinario, Anno B).
In una domenica di “inverno, di morte e di distruzione”, la fine dei tempi del Vangelo trova risposta nella stessa Sacra scrittura, nell’immagine bella del Figlio dell’uomo che viene…
“Mentre tutto dice disperazione il credente è chiamato in questo scenario a vedere la primavera ossia il tempo in cui il Figlio dell’uomo viene con grande potenza e gloria: è lui che a questa umanità che si affanna ridona la vera primavera … non quella che gli uomini cercano di realizzare a partire dai loro piccoli criteri. All’umanità che costruisce inverni Lui dà il sapore e il profumo della primavera”.
Dalla parola di Dio ai fatti, dal messaggio alla vita concreta: così Mons. Di Cerbo ha proseguito: “Questa scena è straordinaria perché ci dice a chi dobbiamo guardare quando anche tra noi costruiamo inverni e tristezze, a chi dobbiamo guardare per ricominciare… Solo al Signore Gesù, colui che si è fatto carico di tutte le nostre vanità per ridarci un’umanità bella, raccogliendo ciò che Dio ha seminato nel cuore degli uomini”.
Essere ricercatori e portatori della primavera, l’impegno di ciascun credente e ancora di più di un sacerdote: “Mi sono spesso domandato – ha proseguito il Vescovo Valentino – chi sono io per la gente comune? Per coloro che incontro per strada? Sono quella persona chiamata ad essere un segno della primavera… Sono chiamato, con i miei gesti a donare la mia vita perché qualcun altro dica che il bene è possibile, che la speranza c’è, che l’inverno non è l’unica stagione dell’anno”.
Da questo sogno per l’umanità, la missione consegnata a don Pasqualino: “chiamato ad essere testimone e modello, figura esemplare, uomo tra la gente; e non a sentirsi privilegiato per la responsabilità acquisita da questo momento alla guida della parrocchia più importante della Diocesi, e in quanto luogo della Cattedra del vescovo, chiamata ad essere modello esemplare…”.
Parole di incoraggiamento e gratitudine al nuovo parroco, ma da parte del Vescovo un’attenzione particolare anche alla comunità dei Ss. Pietro e Paolo di Alvignano: “Vi ho chiesto un sacrificio, ma voi lo avete trasformato in dono; segno di una comunità matura, che comprende il senso del servizio evangelico cui tutti siamo chiamati”.
Grazie e invito a collaborare insieme da parte del sindaco di Alife Maria Luisa Di Tommaso: in un contesto socialmente ed economicamente difficile la Chiesa che chiama alla speranza e ad essere migliori, in taluni casi precede e anticipa la politica perchè è dalle coscienze pure che può venire un tempo migliore. Il pensiero che affettuosamente il primo cittadino ha manifestato al nuoco parroco.
Fonte www.clarusonline.it