L’anniversario che conta nella vita di un prete: il giorno di quel sì definitivo e coraggioso, il giorno in cui ha avuto inizio un nuovo cammino con il solo bagaglio del Vangelo sulle spalle.
Ricorre oggi il 51° anniversario di ordinazione sacerdotale del nostro Vescovo Valentino, occasione non solo per porgergli gli auguri di un ministero ancora appassionato, secondo la disponibilità di chi, “povero in spirito”, accoglie e si lascia guidare da Dio, ma anche occasione per pregare per il dono di sempre nuove vocazioni sacerdotali, nel mondo e nella nostra Diocesi.
Un dono che la Chiesa di Alife-Caiazzo ha accolto sempre con gratitudine e che negli ultimi anni ha dato a tutti la gioia di diverse ordinazioni sacerdotali: le ultime due, meno di un anno fa (l’ordinazione sacerdotale di don Paolo Vitale; l’ordinazione sacerdotale di don Alessandro Occhibove).
Al nostro Vescovo Valentino, che lo scorso anno ha ricordato l’importante anniversario del 50° di sacerdozio (era il 30 marzo 1968, a Frasso Telesono, con il vescovo Ilario Roatta) va un pensiero particolare attraverso la preghiera al Signore affinché lo custodisca fedele alla sua vocazione e al servizio cui è stato chiamato, da prete e poi da vescovo.
Missione fatta di quotidianità, di scelte davanti a Dio, di decisioni, di relazioni, di silenzi e di preghiere, di equilibri da garantire, di occasioni di misericordia da donare per mezzo del Vangelo.
Un pensiero che si estende alla figura del sacerdote nella sua straordinaria forza, ai tanti che hanno reso speciale, migliore, diversa, la vita di quesa Diocesi con la preghiera, la testimonianza, le grandi opere di carità talvolta nascoste e silenziose.
Ai tanti che oggi si misurano con la complessità e le contraddizioni di un tempo che tutto relitivizza a danno di un’interiorità che essi cercano di salvare, di custodire, di alimentare nel cuore dell’uomo. Sono i preti dell’abisso, quelli che amano in profondità, quelli che sanno essere non di copertina o di superficie ma sanno muoversi anche se non visti, nella preghiera e nelle missioni di carità. Esperienza di Dio in mezzo algi uomini, questo sono, con la gioia di chi vive un dialogo sempre aperto con il Signore nella preghiera e la fatica di tenerlo vivo, per se stessi e per il bene del mondo.
Le parole di Papa Paolo VI, nel chiudere il decreto Presbyterorum ordinis del 1965, esprime con forza questa esperienza di realtà che lega la vita sacerdotale a Dio e al mondo e ce li fa più vicini, più bisognosi delle preghiere di tutti.
“I presbiteri non devono perdere di vista che nel loro lavoro non sono mai soli, perché hanno come sostegno l’onnipotenza di Dio. Abbiano fede in Cristo che li chiamò a partecipare del suo sacerdozio: e con questa fede si dedichino con tutta l’anima fiduciosamente al loro ministero, nella consapevolezza che Dio è tanto potente da aumentare in essi la carità (158). E non dimentichino che hanno al loro fianco i propri confratelli nel sacerdozio, anzi, tutti i fedeli del mondo”.
Un anno fa in Cattedrale, durante la messa crismale, gli auguri della Diocesi per il 50 di sacerdozio del Vescovo Valentino. Leggi…