Solennità del Corpus Domini in Cattedrale per la comunità diocesana di Alife-Caiazzo. Il Vescovo mons. Giacomo Cirulli, i sacerdoti, i religiosi e i fedeli laici hanno nuovamente condiviso la festa che nella Chiesa celebra il mistero del corpo e sangue di Cristo donati all’umanità, alleanza tra Dio e l’intero Creato. Celebrazione ancora subordinata alle norme anticontagio per cui solo una rappresentanza di fedeli della Diocesi ha potuto prendere parte alla Santa Messa.
“Io sono colui che sono; io sono colui che sarà sempre con te”, l’alleanza tra Dio e Mosè, i riti, la scrittura del patto e la sua modalità calata nella cultura nomade del popolo di Israele sono stati la premessa del Vescovo per approfondire sulla nuova alleanza, quella stabilita attraverso il sacrificio di Cristo, che torna a rivelare un Dio presente in semplicità e umiltà nella vita dell’uomo, venuto per indicare la strada della felicità. “È nato povero, e resta tale scegliendo in segni del pane e del vino per dire chi veramente è…. (…) Noi celebriamo questo Dio!”
L’essersi fatto carne, da parte di Dio, basterebbe all’uomo per comprendere quale amore forte e vicino egli ha sentito per l’umanità: “Ma noi riusciamo a cogliere la semplicità, l’umiltà di questo evento o insistiamo di più sulla lontananza di Gesù Eucarestia?”. Domande, quelle del Pastore, per provocare una nuova idea del rapporto tra Dio e l’uomo.
I verbi della Sacra Scrittura che nell’antico testamento ricordano il rapporto di intima fiducia tra il popolo e Dio “ascolteremo; eseguiremo….”, sono riconsegnate agli uomini di oggi, alla comunità ecclesiale di Alife-Caiazzo, come ogni Chiesa, chiamata a fidarsi del Padre che attraverso Gesù indica la strada della gioia senza fine: non è dimensione astratta quella del Vangelo; non è un racconto suggestivo l’ultima cena di Gesù, ma esperienza di una vita di misericordia, di relazioni fraterne, di annuncio coraggioso che la morte è vinta.
Le parole del vescovo Mons. Giacomo Cirulli sono per la missione: come per i discepoli di Emmaus forti della presenza del Maestro, consolante lungo il cammino e rassicurante nello spezzare il pane, per la comunità diocesana locale, l’invito a ripartire, sempre, dall’Eucarestia “dono che non meritiamo ma che gratuitamente riceviamo e ne siamo graziati”.
Sospese ormai da più di un anno le processioni, quelle che in occasione del Corpus Domini toccavano le strade e le case cittadine portando Gesù Eucarestia, presenza vera nella vita delle comunità, al termine della Messa Mons. Cirulli ha pregato con i fedeli in adorazione e poi impartito la solenne benedizione.
Fonte Clarus