“Voglio augurarvi questo: avete delle belle prove da affrontare nella vita, però il Signore ha posto in voi le condizioni giuste per poterle sostenere”. Parole per alimentare la speranza, quelle del vescovo Mons. Orazio Francesco Piazza rivolte alle famiglie degli anziani e dei disabili ospitati presso il centro L’Oasi di Castel Campagnano in occasione della celebrazione in preparazione al Natale, organizzata annualmente presso la struttura di riabilitazione neuromotoria.
Un appuntamento atteso con trepidazione per la gioia di avere “in casa” il Vescovo ma soprattutto per le parole attese dal Pastore…
Lì dove una realtà vive e condivide la sofferenza in modo così concreto e duraturo nel tempo, la carezza della Parola di Dio, manifesta nello sguardo e nella presenza del Vescovo sana e lenisce le ferite ma soprattutto aiuta a rialzare lo sguardo e a guardare avanti con serena fiducia.
Ad accogliere Mons. Piazza sabato scorso c’erano il titolare della struttura Gennaro Pascariello e la sua famiglia; l’assistente spirituale dell’Oasi, don Antonello Picazio; i sacerdoti don Massimiliano Giannico, parroco di Castel Campagnano e don Jean Libog parroco di San Giovanni e Paolo in Caiazzo; e il diacono Raffaele Fazzone: presenze che dicono la scelta della Direzione della Struttura rispetto anche alla cura spirituale dei degenti e dei familiari.
In un luogo “dove sperimentiamo il dolore e la fragilità (…) il Signore si fa vicino e ci sorregge” ha spiegato il Vescovo richiamando la Sacra scrittura che nei giorni di Avvento ricorda all’uomo che Dio gli è vicino, ne appiana la strada, fa rifiorire quei deserti dove ogni anelito di vita sembra non avere speranza di futuro.
Parole dedicate, quelle di Mons. Piazza, agli operatori sanitari della struttura e ai familiari dei disabili.
Ai primi l’invito ad una “affettuosa cura”, perché “non bastano competenza e professionalità in questo ambiente (…), ma perché la cura possa essere affettuosa c’è bisogno che nel servizio ci si metta il cuore: è questo che caratterizza una professionalità rispetto ad un’altra…”.
“Metterci un cuore radicato in Cristo, che anche in contesti complessi come questo, ci dà quella capacità che ci permette di compiere l’impossibile rispetto alla realtà”.
Ai familiari, ai genitori, ai fratelli degli ammalati accolti a L’Oasi l’invito ad una “amorevole pazienza”. “Amorevole che non è rinuncia ad affrontare le cose ma saper portare il peso delle cose dando tempo, e per dare tempo ci vuole cuore”.
Ha poi proseguito “Una vita tutta tesa a dare, come ad attingere dal fondo di un pozzo continuamente acqua da donare…” In questi termini mons. Piazza ha descritto quell’esercizio di amore di tante mamme e papà considerando anche la fatica che naturalmente può prendere il sopravvento e sopire energie.
“Rimane Cristo la sorgente a cui ritornare per non sentirci soli e stanchi. Fidatevi di Lui, affidatevi a Lui e confidate in Lui perché sicuramente vi darà quella amorevole pazienza che vi permetterà non solo di portare il peso di ciò che state sostenendo nel tempo, ma di assaporare il beneficio di quello che state facendo”.