La Cattedrale di Alife ha respirato vita.
La Chiesa di Alife-Caiazzo si è riscoperta madre di una moltitudine, ha guardato negli occhi i suoi figli in una forma nuova, sorpresa e curiosa per ciò che di nuovo sta accadendo.
La messa del Crisma ha rotto gli schemi: non solo liturgia per le comunità parrocchiali da sempre fedeli e riconoscenti a questo momento di vita comune intorno al Vescovo, ma volti nuovi intorno al Pastore, coinvolti in un’esperienza di famiglia.
Lo aveva preannunciato Mons. Di Cerbo che quest’anno la messa degli oli sarebbe stata diversa; la realtà ha confermato che una conversione pastorale è in atto nelle parrocchie più piccole, come in quelle più grandi, che il rinnovato percorso di formazione per i più giovani e gli adulti, il tempo di preparazione al primo Sinodo diocesano ha generato un po’ ovunque – come in chiesa ieri sera – un sereno clima familiare dove, non serve conoscersi, ma sapere che si sta accogliendo e percorrendo una strada comune e la si condivide con il Vescovo, i sacerdoti, gli educatori, i catechisti. Il lavoro congiunto dell’Ufficio liturgico e di quello catechistico affidati alla responsabilità di don Antonio Di Lorenzo e don Vittorio Marra ha consentito che la celebrazione fosse un significativo momento di sintesi del cammino ecclesiale locale.
“Un grande abbraccio verso tutti voi e un grande benvenuto in questa assemblea che è la Chiesa di Alife-Caiazzo, non è un ente astratto ma la concretezza di volti, di persone, di bellezze, di gesti di amore, di desiderio di volare alto dove ci chiama il Signore”.
Così ha saluto i fedeli che hanno gremito la Cattedrale, il vescovo Valentino, ma soprattutto i giovani, circa 200 che lo hanno stretto nel loro abbraccio entusiasta e riconoscente.
In una messa dove la ritualità segna e scandisce precisi momenti e passaggi che raccontano e rivelano la Chiesa – rinnovo delle promesse dei sacerdoti, l’abbraccio di pace, la benedizione degli olii – i protagonisti sono stati loro, i giovani: i tanti ragazzi che nelle parrocchie della Diocesi hanno scelto il catecumenato crismale come importante tappa di vita prima della Cresima. Hanno quell’età tanto difficile e tanto discussa dai più grandi, dalla stessa Chiesa, tanto da essere osservati speciali e spesso “affrancati” con sacramenti veloci per il timore che sfuggano.
Quelli di ieri sera hanno dimostratoil contrario: ragazzi che sanno stare, sanno resistere, sanno “perdere tempo” nella chiesa che riconoscono non solo come luogo e spazio di crescita, e talvolta una seconda casa, ma anche come amica, sorella, madre che si mette in ascolto…e offre qualche risposta di cui vanno in cerca attraverso i loro preti o catechisti.
Nell’omelia del Vescovo un’attenzione particolare ed esclusiva ai suoi sacerdoti che in questa celebrazione rinnovano la loro promessa di fedeltà alla Chiesa e al Vescovo: “E’ questo un momento bellissimo, in cui viene chiesto a ciascun sacerdote di riaffidarsi a Dio e di riaffermare l’unità affettiva e sacramentale con il vescovo e i Confratelli, per continuare ad essere strumento e testimone di quella comunione fraterna, che sola dà senso alla missione sacerdotale. Nell’abbraccio con il Vescovo essi riesprimono il proposito loro e delle comunità loro affidate, di costruire fraternità, di sanare ferite, di guardare avanti secondo le prospettive dello Spirito, di essere la novità di Dio per il mondo”.
Sguardo posato poi su quanti nell’anno saranno destinatari di questi oli benedetti, i catecumenti, gli infermi, i giovani in cammino per la cresima: “E solo ad una Chiesa che ritorna consapevole e appassionata della missione ricevuta, il Signore riconsegna, con il simbolismo dell’olio, il potere di santificare, di trasformare la storia e di farsi nuovamente strumento dell’opera dello Spirito, che, con l’olio dei catecumeni, dà forza a coloro che intraprendono con i fratelli l’avventura dei discepoli, cioè i nu14ovi battezzati; che sana e sostiene, con l’olio degli infermi, le fragilità di chi è ferito nel corpo e nel cuore a motivo della malattia; che, con il Crisma, dona entusiasmo e coraggio a chi divenuto adulto, conferma le scelte del Battesimo e si rende ancora più docile alla Spirito per continuare la missione di Gesù a far fiorire la vita e costruire la civiltà dell’amore”.
Momento atteso di tutta la celebrazione quello della presentazione degli olii: davanti al vescovo prima alcune giovani famiglie con i loro neonati o bimbi in arrivo; a seguire i rappresentanti dell’AVO (Associazione Volontari Ospedalieri) che operano presso l’Ospedale Civile di Piedimonte Matese; in ultimo la fiumana di giovani del Catecumenato crismale.
Ha voluto definirlo “un giorno per rendere grazie al Signore Gesù”, il Vescovo, con entusiasmo, con l’emozione di una padre che si ritrova nell’abbraccio della sua famiglia “un giorno per gioire dalla vita che nasce e che il Signore chiama alla fede; per guardare con amore riconoscente quanti anche nella malattia non si sentono inutili, ma sostenuti dallo Spirito hanno ancora la forza di amare e di rivelarci la grandezza della vita. Un giorno per dire affetto, vicinanza e solidarietà ai giovani che hanno sogni grandi e che stanno scegliendo di seguire Gesù e con la loro presenza stimolano i fratelli ad avere il coraggio di prendere il largo, di osare con più entusiasmo nella quotidianità, secondo logica del Vangelo”.
Fonte www.clarusonline.it