Messa crismale insolita, come quella “Chiesa a porte chiuse, nel nel cenalcolo, radunata attorno a Maria per vivere la pienezza del dono dello spirito”. È l’immagine che il vescovo Mons. Orazio Francesco Piazza, amministratore apostolico, ha richiamato nella omelia della celebrazione che si è svolta ieri sera in Cattedrale ad Alife.
Nel rispetto delle norme a tutela della salute, la Messa ha visto la sola presenza del clero diocesano, di una stretta rappresentanza dei religiosi e delle religiose, la comunità dei novizi dell’ordine francescano presenti a Santa Maria Occorrevole, e di un solo laico in rappresentanza di ogni parrocchia; e il sindaco di Alife, Maria Luisa Di Tommaso.
Servizio d’ordine per l’assegnazione dei posti opportunamente distanziati, comunione ricevuta nei banchi per fedeli che per il Clero; con il Vescovo, sull’altare, solo i sacerdoti vicari foranei: la fatica di un nuovo stile nel modo di vivere la celebrazione si è colta tutta, ma non è mancata la gioia per questo ritrovarsi, in particolare per i laici convenuti, abituati ad essere presenze vive e protagonisti in occasione di così momenti forti per la vita della Chiesa locale.
Le parole del vescovo sono state principalmente per i sacerdoti che in questa circostanza hanno rinnovato le loro promesse; parole ed indicazioni spirituali che sono il frutto di un percorso intrapreso da Mons. Piazza durante la quarantena: sostegno alla vita spirituale di ciascuno chiamato a sollevarsi dal groviglio di tensioni e distrazioni generate dall’urgenza “coronavirus” per ritrovare l’essenziale, la concentrazione; per ritornare a vivere la chiamata, l’elezione ad essere profeti, annunciatori…
Ai preti anche parole di gratitudine per il servizio svolto durante la quarantena attraverso la carità e la vicinanza alle famiglie. “Non è finita qui – ha spiegato il Vescovo – : raccomando consapevolezza e attenzione tenendo presente che la salute è dono prezioso di Dio. Non siamo stati limitati nelle possibilità di esercizio della nostra fede, anzi in questo periodo credo che abbiamo vissuto e stiamo vivendo un grande esercizio di fede”. Ma il richiamo all’epidemia – che non ha ferito come altrove questa il territorio del Matese – è stato anche invito alla preghiera per le regioni d’Italia che sono state più duramente e drasticamente provate dal Covid19.
Il richiamo alla parola di Dio di questa giornata è un messaggio rivolto a tutti i presenti: “Essa ci fa comprenderei il dono fatto a ciascuno di noi nella diversità della propria vocazione….
Io ho mandato te ad annunciare, Questa parola si è compiuta attraverso te. Una elezione che ci deve portare a ringraziare il Signore perché al di là delle nostre fragilità, nel nostro cuore è radicata la grazia di Dio, abita la Santissima Trinità attraverso il battesimo; attraverso la confermazione lo Spirito alimenta la testimonianza e nel sacerdozio ministeriale diventiamo strumento di grazia di quella presenza di Cristo Signore che attraverso la sua Chiesa” conduce l’uomo alla pienezza della vita.
Ed è proprio sul sacerdozio ministeriale che Mons. Piazza ha riportato l’attenzione dei presenti, chiedendo ai sacerdoti, in questa circostanza particolare, “la concentrazione per evitare la distrazione”, quella “concentrazione che significa due cose: essere concentrarsi su se stessi vivendo immersi nel mistero di Dio, e poi concentrarsi assieme, vivendo la comunione fraterna come segno distintivo e come testimonianza ai fratelli” .
“Distratti dalle battaglie interiori che ci distolgono dal punto di vista di Dio e della Salvezza, oppure distratti dalla provocazione delle necessità e dei bisogni che richiedono il nostro intervento” si è invece chiamati a ritornare al centro, all’”essenziale della nostra vita personale ed ecclesiale” nel lagame intimo e costante con Cristo, nella preghiera.
Indirizzo spirituale che Mons. Piazza ripetutamente e in tante altre occasioni ha utilizzato per indicare ai sacerdoti la rotta…: “La certezza della Sua presenza con noi” citando la straordinaria conclusione del vangelo di Matteo, rimane fondamento di ogni azione, di ogni scelta…
Sulla vita dei sacerdoti, il Vescovo ha richiamato anche l’attenzione dei fedeli presenti, ricordando la premura che ciascun prete ha per il suo gregge e le pre-occupazioni da essi manifestate durante la difficile quarantena. Ma ha altresì invocato per ciascuno di loro la preghiera e la vicinanza del popolo di Dio: “Aiutate i sacerdoti ad essere se stessi, perché un popolo di Dio forma il proprio sacerdote, fa crescere i presbiteri nella ministerialità e nella loro sensibilità. Non sono i vostri antagonisti ma sono coloro che sono pre-occupati per voi. Nelle loro parole che il pensiero costante di come aiutarvi a raggiungere la vostra meta. I vostri figli, gli ammalati, gli anziani sono nel loro cuore…”.
Le parole del Pastore, riportano così la comunità ecclesiale locale ad essere una nella preghiera, nella condivisione, nella progettazione del cammino di ogni singola comunità, chiedendo ad ognuno di smussare gli spigoli ed essere invece pietre vive, che combaciano unite nella carità.
Durante la Celebrazione i sacerdoti hanno poi rinnovato le loro promesse, rinnovato l’obbedienza al Pastore, e la comunità ha pregato per essi.
È seguita la cerimonia di benedizione degli olii; la liturgia è proseguita fino al termine quando l’assemblea si è sciolta in maniera altrettanto rispettosa delle misure di sicurezza per ogni partecipante. (Fonte Clarus)