Nella Chiesa da protagonisti, non da comparse. Il percorso sinodale di Alife-Caiazzo e Teano-Calvi

Il vescovo Mons. Giacomo Cirulli ha riunito i fedeli laici, i sacerdoti, i diaconi i religiosi per un approfondimento sui temi del percorso sinodale con don Walter Insero della Diocesi di Roma

È tempo di dedicare tempo: all’ascolto, all’incontro, alle idee creative, allo sforzo di rinnovare la Chiesa.

Il percorso sinodale che Papa Francesco ha proposto alla Chiesa chiede ad ognuno il rischio di mettere in gioco consuetudini e stili consolidati ma non più corrispondenti alla domande del Mondo e perciò di essere Chiesa sul campo, non diversa ma rinnovata, riformata secondo la sua vera forma: chiesa missionaria che dialoga, partecipa e incontra l’umanità, che ascolta chi è lontano dalla fede o chi la vive in maniera diversa dagli standard in cui troppi cattolici sono ingessati; ma anche Chiesa disponibile a sentire chi la contesta.

C’è una scelta da compiere per innescare la rivoluzione che destabilizza schemi, metodi e comodi sistemi di approccio parrocchiale (il Covid ci ha standardizzati sulle facili connessioni-relazioni a distanza): mettersi per primi in ascolto dello Spirito Santo, lasciare che ogni suggerimento – anche nella difficoltà – sia individuato nella preghiera e nella preghiera comunitaria.

Emergono questo impegno e questo moto all’indomani degli incontri che hanno coinvolto le Diocesi di Teano-Calvi e di Alife-Caiazzo guidate dal Vescovo S. E. Mons. Giacomo Cirulli (uno per i laici, l’altro per sacerdoti e religiosi), guidato da don Walter Insero direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali della Diocesi di Roma; ma anche le preoccupazioni per il “come faremo?” o “cosa diremo?”.

In ascolto dello Spirito.
Chiesa chi sei? Una delle domande che scuoteva i padri sinodali del Concilio Vaticano II, ritorna anche oggi e con un maggiore carico di sfumature chiede alla Chiesa del III millennio un confronto a viso aperto con ogni uomo e le speranze, i sogni, i dolori, le convinzioni, le ideologie… che ciascuno porta.
Essere Chiesa della vicinanza, questa la missione; essere Chiesa a porte aperte senza il timore di doversi confrontare con esperienze diverse e lontane, ma paziente e appassionata nell’ascolto di tutti; è la Chiesa descritta nel libro degli Atti degli Apostoli, dove le storie di Pietro e Cornelio, diversi per la fede, si incontrano vivendo un “passaggio doloroso e immensamente fecondo di uscita dalle proprie categorie culturali e religiose” (cfr Documento preparatorio) perché suscitati dallo Spirito Santo…lo stesso (non è cambiato nulla!) che muove il cammino della Chiesa oggi…
Un’esperienza non senza difficoltà e con il dubbio della direzione da prendere; ma è lo Spirito Santo il punto di partenza della riforma che si vuole imprimere alla nuova Chiesa sinodale… non ci sarà sinodo senza l’atteggiamento costante di invocazione, di ascolto e di domande nella preghiera.

Teano-Calvi e Alife-Caiazzo: due volte in sinodo.
Nella difficoltà e nell’incertezza di un cammino, rasserena l’esperienza di essere “insieme”, ognuno portando con sé il bagaglio dell’esperienza, quella della propria storia personale di laici e di battezzati, la storia della comunità ecclesiale in cui si è innestati e in cui si è cresciuti; un viaggio di storie diverse che camminano parallelamente.
Dalle storie personali a quelle parrocchiali e poi diocesane: nel suo intervento, don Walter Insero ha toccato il tema del cammino comune che le Diocesi di Teano-Calvi ed Alife-Caiazzo sono chiamate a compiere in prospettiva di una storia che ne unirà due, fondendo carismi, attitudini, tradizioni e speranze, ma soprattutto un unico progetto di impegno missionario già da adesso affidato al vescovo Mons. Cirulli. Un sinodo nel sinodo: c’è un obiettivo ancor più grande per le due Chiese dell’Alto Casertano chiamato a fare insieme discernimento e a scegliere la comune direzione futura.

Sapienza, allora, è uno dei bagagli di questo cammino… “il cui vantaggio lo scopriremo tra 20 o 30 anni” così Insero che ha poi richiamato l’importanza di essere protagonisti e non comparse di questa riforma in atto, nei confini della Chiesa locale e nella Chiesa universale. Si costruisce oggi perché ci sia anche un domani.

Ai laici delegati per le parrocchie, ai diaconi, ai rappresentanti delle associazioni, ai sacerdoti è stato consegnato il materiale per lavorare nelle comunità e nei gruppi oltre che sussidi per la preghiera da condividere con le Comunità. Ora il lavoro diventa “locale”, di “famiglia” attraverso momenti formali e informali, passando così dai confronti sui temi portanti ai pellegrinaggi, alle azioni sociali e caritatevoli, momenti culturali…  vincendo la fatica di pregiudizi e del pessimismo che frenano ogni slancio positivo.

Fonte www.clarusonline.it