Eminenza Reverendissima, cari Sacerdoti, gentili Autorità, fratelli e sorelle!
E’ tradizione che in questa occasione il Vescovo rivolga un breve messaggio alla Diocesi ed alla Città di Alife e ricordi i momenti salienti dell’anno trascorso e le prospettive future della vita diocesana.
Tuttavia, stasera, l’eccezionale presenza di un Cardinale, mi spinge innanzitutto a ringraziare, anche a nome dei presenti, Lei, Eminenza carissima, per la Sua felice partecipazione a questo momento importante per la vita della Città di Alife e dell’intera Diocesi, occasione speciale per condividere i sentimenti degli Alifani che, tre secoli fa, vissero il ritrovamento delle Reliquie di S. Sisto nella cripta normanna della Cattedrale, come la riscoperta di un amico fedele, che veglia dal Cielo sulla loro Città e che indica loro traguardi sempre più alti di fede e di umanità, con la sua presenza premurosa e soprattutto con la testimonianza del suo amore a Cristo, fino al dono della vita.
Per celebrare l’evento, abbiamo deciso di indire un Giubileo diocesano che si inserisce in quello della Misericordia, voluto dal nostro carissimo Papa Francesco, e che da esso trae alimento, per rinnovare la vita delle nostre Comunità cristiane e trasformarle in segni di misericordia nel territorio, rinnovandone tradizioni e stili di vita nella logica del Vangelo. Infatti, tale Giubileo diocesano, si pone allo spartiacque tra la prima Visita pastorale all’intera Diocesi, appena conclusa dopo più di due anni e mezzo, e il primo Sinodo Diocesano che, a Dio piacendo, inizierà nel prossimo ottobre e con il quale la Chiesa di Alife-Caiazzo intende riscoprire la propria identità di grazia, operare la propria conversione pastorale e rinnovare la propria fedeltà a Gesù Cristo, per annunciarlo con rinnovata passione e con metodi rispondenti al modello di “Chiesa in uscita”, indicato da papa Francesco.
Con tutti questi eventi, vogliamo costruire insieme una Comunità diocesana normale, appassionata, incentrata sul dono della comunione fraterna – passaggio di fede, di pane e di misericordia di bocca in bocca e di mano in mano – senza la quale i nostri riti, le nostre belle tradizioni e le nostre strutture rischiano di rendere muta e inefficace la Parola di Dio, di dimenticare i più poveri e di rubare la speranza agli uomini ed alle donne del nostro Territorio. Per raggiungere tali obiettivi, chiedo anche a Lei, oltre che ai presenti e all’intera Comunità diocesana, di accompagnare il cammino sinodale con preghiera intensa e costante. Essa aiuterà tutti a coinvolgersi in questo evento
straordinario e renderlo una gioiosa esperienza di Chiesa in cammino, a servizio del Regno.
Il rito solenne di questa sera, che termina presso la Cappella fuori le antiche mura cittadine, dove nel 1131 sostarono le Reliquie di S. Sisto, in attesa della costruzione della Cattedrale normanna, vuole anche essere un riportare gli Alifani a rinnovare l’amore per la propria Città, sull’esempio di S. Sisto, che giungendo in questa Terra la liberò dalla peste e ne avviò il cammino di rinascita. Il Santo papa martire – giunto da Roma, dopo alterne vicende che interessarono anche la Città di Alatri, per prendersi cura dal Cielo di questa Comunità – anche stasera, invita ogni Alifano ad essere nemico di tutte le pesti, che ancora oggi possono compromettere e indebolire la convivenza civile, e a diventare, come lui sognatore, capace di guardare avanti, di farsi annunciatore di buone notizie, appassionarsi al futuro di tutti, soprattutto dei giovani, di donare generosamente un po’ della propria vita e dei propri talenti per ridonare ad Alife la sua bellezza antica e un po’ ferita, ma ancora capace di sorprendenti traguardi. Il poeta latino-americano Manuel Scorza Torres, dice: “Basta che un uomo sogni, perché un’intera razza profumi di farfalle! Basta che solo uno sussurri d’aver visto l’arcobaleno di notte, perché perfino il fango abbia occhi rilucenti!”
Cari Alifani, auguro ad ognuno di voi di riscoprire il coraggio di sognare e di piantare semi di speranza! E’ questa la consegna più bella e impegnativa che, anche stasera, San Sisto rivolge a ciascuno di voi.
Eminenza, grazie ancora del dono di percorrere con noi un piccolo tratto della vicenda storica di questa Chiesa e di questa Città. Ella, che è uno dei più preziosi collaboratori di Papa Francesco, con la sua presenza, ci rende ancora più partecipi della vita della Chiesa universale e sottolinea in modo particolarissimo la nostra comunione con l’attuale Successore di Pietro, cui il nostro Protettore San Sisto, suo antico predecessore, da circa nove secoli ci sta educando. A conclusione di questo bellissimo momento, ci affidiamo ancora alla sua preghiera e chiediamo la Santa Benedizione, segno della Misericordia di Dio e auspicio di sempre nuova fedeltà al Vangelo.